Come (non) poteva andare

Quanto leggete qui sotto è un resoconto di come il primo giorno dell’invasione russa in Ucraina (non) poteva andare. (Non) poteva andare così per tanti motivi, troppi motivi: alcuni hanno a che fare con la storia dell’Ucraina, alcuni con la storia della Russia – ma tutti mi sembra che abbiano a che fare con la storia di quasi tutti gli Stati del mondo, ossia con la storia di come siamo arrivati a questo punto della Storia.

Quindi così non poteva andare, il 24 febbraio 2022. Scrivere questa cronaca non vuole per me essere un modo sottile per biasimare quanto deciso dal governo ucraino, ma anzi un modo chiaro per sottolineare la differenza con quello russo. Infatti non scrivo di come l’invasione russa poteva non iniziare: ho passato la fase dell’incredulità e del diniego, e sono entrato nella fase dell’accettazione che il governo russo non avrebbe fatto diversamente. Visto che non è andato così, visto che così non poteva andare, ora non può che andare come sta andando. E ora il dilemma che lacera tanti (più o meno coerenti) su se e come armare l’Ucraina contro l’aggressione russa rimane presente, e nessuna delle due soluzioni soddisfa o tranquillizza.  

Ma visto che non è andato così, ragionare su come sarebbe potuto andare questo dannatissimo 24 febbraio 2022 penso possa aiutare per un motivo: non ci obbliga a un aut-aut doloroso, e anche se in maniera irrealizzabile ci permette di pensare che un altro modo di rispondere alla guerra è possibile – non lo è stato ora, non lo è stato in Ucraina, purtroppo. Rimane la speranza che un giorno questo resoconto sarà possibile. E che più in là, un altro giorno ancora più lontano, questo resoconto non debba mai più essere scritto.

24 febbraio 2022, ore 4:50

I carri armati della Federazione Russa hanno passato il confine con l’Ucraina, inziando l’invasione del paese. Nello stesso momento, aerei da guerra russi hanno iniziato a bombardare strutture militari ucraine. Il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha dichiarato l’inizio di un’operazione speciale delle forze armate russe, volta a demilitarizzare e denazificare l’Ucraina.

Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelenskyy, in un disperato appello al mondo, ha dichiarato:

“Il governo della Federazione Russa ha fatto un enorme errore decidendo di invadere l’Ucraina. Ne pagherà le conseguenze. Putroppo anche i cittadini russi ne pagheranno le conseguenze. Esorto la comunità internazionale a fare tutto il possibile per costringere il governo russo a fermare questa invasione criminale. Ma io non posso permettere che i civili ucraini soffrano per questa guerra; non posso permettere che una sola casa, scuola, chiesa, ospedale o mercato venga distrutto da bombe sempre più imprecise, da incendi, da lanci di razzi GRAD. Non posso permettere che una singola persona venga uccisa da un proiettile, mentre cerca di proteggersi e di sopravvivere. Non posso permettere che i cittadini ucraini, molti dei quali già hanno vissuto le tragiche conseguenze di più di una guerra, molti dei quali sono memori degli orrori del holodomor e dell’occupazione nazista, molti dei quali hanno già dovuto lasciare le proprie case e inventarsi una nuova vita dopo il 2015 – non posso permettere che queste donne e uomini, giovani e anziani, debbano rivivere nuovamente questi orrori, questa paura, queste lacrime di angoscia. Tutto questo, non lo posso permettere. Per questo motivo, ho ordinato all’esercito di abbandonare le postazioni difensive, abbandonare le armi e le divise. L’esercito ucraino non combatterà con le armi. Il popolo ucraino non combatterà con le armi. Non vogliamo macchiare le nostre mani di sangue, fosse anche per difenderci da chi ci invade. Ogni soldato dell’esercito russo che invaderà il nostro paese sarà cacciato dall’Ucraina: ma non da un proiettile, non in una bara. Sarà cacciato dal senso di inutilità della sua presenza. Sarà cacciato dall’ostilità della popolazione. Sarà cacciato perché si guarderà allo specchio e vedrà un giovane uomo trasformato in un invasore e assassino. Tornerà a casa sua in Russia dalla sua famiglia con un’idea diversa: dell’Ucraina, della guerra, del suo governo che lo avrebbe mandato a morire. Questi soldati russi, nel futuro, saranno le vere armi della vittoria ucraina, della vittoria della pace, della libertà, della fratellanza tra i popoli. In una guerra non c’è niente da vincere: noi decidiamo di non combatterla. Vinceremo, tutte e tutti insieme, la pace. Saremo, tutte e tutti insieme, un esempio nel mondo: di come un popolo ha detto di no alla guerra, e ha vinto la pace.”

La comunità internazionale ha bloccato immediatamente l’operatività delle banche russe, e tutti i paesi che importavano gas dalla Russia hanno deciso di sospendere immediatamente le forniture, attivando un meccanismo di solidarietà che ha permesso ai paesi più esposti di limitare i danni. La crescita economica è stata messa in secondo piano, e le cittadine e i cittadini hanno accettato di limitare drasticamente il consumo energetico finché la Federazione Russa non ritirerà le sue truppe. Grandi manifestazioni popolari in tutto il mondo hanno espresso il totale rifiuto della guerra, a qualsiasi costo. Tutti i beni personali di politici e militari russi detenuti all’estero sono stati sequestrati, e un fondo speciale è stato creato per aiutare economicamente la lotta nonviolenta ucraina e i movimenti contro la guerra all’interno della Federazione Russa, oltre che per fornire assistenza umanitaria a chi ne avesse bisogno. In un comunicato congiunto i presidenti degli Stati Uniti d’America, della Cina, dell’Inghilterra, della Francia, dell’India e del Pakistan hanno dichiarato giunto il momento per smantellare i propri arsenali nucleari non appena la Russia avrà ritirato le proprie truppe dall’Ucraina e accosentito a smantellare i propri.

All’interno dei confini della Federazione Russa, i lavoratori e le lavoratrici del comparto industriale hanno già indetto uno sciopero di 3 giorni per protestare contro l’invasione dell’Ucraina. Tutte le studentesse e gli studenti delle università sono scese in piazza, e varie iniziative sono nate per chiedere ai soldati dell’esercito di disertare e tornare a casa. I primi disertori, che hanno deciso di abbandonare da subito le armi, sono stati accolti come Eroi della Patria. I poliziotti, incaricati di sedare le proteste, si sono rifiutati di eseguire gli ordini contro cittadini inermi.

Nelle prime ore della sera, i primi carroarmati russi arrivati nei ditorni di Kyiv si sono trovati di fronte un muro immane di persone che ha fermato la loro avanzata. Incerti sul da farsi, i carristi hanno invertito la marcia, in attesa di nuovi ordini. Ma si parla già di ammutinamento, se verrà chiesto di sparare sulla folla. Notizie in attesa di conferma parlano di grandi manovre all’interno dei palazzi del governo russo, con la possibile destituzione del presidente Putin e l’indizione di nuove elezioni per l’estate prossima.