








Non era lavoro, non era piacere, non era spregiudicatezza e non era ricerca del limite. Era, penso, in ordine sparso: un istinto, una constatazione che le cose si capiscono meglio da vicino, un’irrefrenabile curiosità, una certa irrequietezza, la convinzione che le gambe sono fatte per andare, gli occhi per vedere, le orecchie per ascoltare, le narici per annusare, le mani per toccare, la pancia per percepire meglio.
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Estate 2025
Quest’estate ho perso circa quattro chili. Penso di non aver mai pesato così poco dai miei vent’anni, ormai quasi vent’anni fa. Non sono sparite le fastidiose – per me, per me soltanto…
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Ripensando all’Ucraina
Strane sensazioni e parallelismi Nonostante i propositi mi invitassero a non guardare nulla di quanto dica o faccia Trump, ieri sera non sono riuscito a resistere e ho guardato un brevissimo spezzone…
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Altri giorni, altri giochi, altri squassi del sangue dinanzi a rivali più elusivi: i pensieri ed i sogni.
Cesare Pavese Il titolo è una citazione della mia poesia preferita di Cesare Pavese, I mari del Sud. La chiusa finale è ancora più bella: Ma quando gli dico / ch’egli è…